Fonte: Confagricoltura
Premio Nazionale Innovazione
di Confagricoltura
L’intervista a Sergio Visini
Sergio ci ritroviamo all’interno della tua azienda poche settimane dopo la vittoria del Premio Nazionale di Confagricoltura
Si questo premio ha messo in luce il nostro risultato che è stato frutto di anni di progetto di realizzazione di lavoro di gestione e oggi siamo orgogliosi di essere i primi a livello nazionale ad aver fatto un allevamento di suini antibiotic free e sostenibile.
La linea guida che vi ha accompagnato fin dall’inizio è quella della semplicità funzionale, cosa significa?
Innanzitutto il progetto nasce nel 2010/2011 (quindi un po’ di anni fa). Abbiamo capito all’epoca che i driver su cui si muoveva lo sviluppo agricolo erano all’interno di filiere, quindi abbiamo cercato dei siti che potessero essere funzionali a questo: la scrofaia è in collina a Verona a 700 metri di altezza, quindi anche con un microclima importante ma soprattutto isolata da altri allevamenti. Qui a Pegognaga abbiamo trovato questo sito e noi lo abbiamo comprato con il progetto di riqualificarlo totalmente. Abbiamo quindi integrato l’energia rinnovabile con il fotovoltaico e l’allevamento creando dei capannoni monofalda – che non erano una novità, ma la falda così inclinata era una novità per l’allevamento dei suini – e l’abbinata vincente è stato avere un tetto molto coibentato con una ventilazione naturale più che sufficiente. Abbiamo fatto anche lo svezzamento con questo tipo di capannoni (la vera novità assoluta), quindi essendo un ambiante così ben ventilato si è deciso che la paglia potesse essere perfetta usata come lettiera, progettando un sistema in modo da essere agevole da sostituire. Abbiamo fatto centro!
Questo grado di benessere animale e soprattutto l’antibiotic free vi premia anche agli occhi del consumatore finale
Il risultato eccezionale dell’antibiotic free dimostra in modo concreto che l’animale sta bene, perché se non ha bisogno di antibiotici vuol dire che l’animale sta bene. Ma anche il tipo di allevamento piace al consumatore perché è un allevamento che si presenta bene.
Un altro aspetto fondamentale è quello dell’economia circolare all’interno della tua azienda. Sono presenti circa 13.000 capi in allevamento e la gestione del letame e del liquame è sicuramente un punto fondamentale. Qui entra in gioco l’impianto di Biogas.
Oltre ad avere energia rinnovabile dei pannelli fotovoltaici che in parte consumiamo, abbiamo anche l’impianto di Biogas che lavora principalmente i nostri reflui che arrivano appunto da liquami e letami dell’allevamento e produce energia elettrica (che viene messa in rete), ma anche calore, energia termica che utilizziamo per riscaldare gli svezzamenti e gli ambienti degli uffici ecc… Non solo depura i liquami ma li rende inodori, quindi più gestibili anche a livello di sostenibilità sociale. Ma questo impianto genera anche il “digestato”, che è un ottimo fertilizzante. Da anni lo stiamo utilizzando e abbiamo azzerato l’utilizzo dei concimi chimici.
Quali sono i prossimi traguardi che vi siete prefissati?
Abbiamo capito che questa è la strada giusta, ed è importante. Siamo all’inizio di un percorso che è ancora foriero di potenziali risultati ambiziosi. Non ci fermeremo quindi probabilmente faremo sviluppo.