Piggly, sostenibilità
e benessere animale:

«L’ambiente ringrazia, il mercato premia»

«Abbiamo innovato togliendo tecnologia» racconta il titolare Sergio Visini

MANTOVA. Il nome, Piggly, è ispirato a un cartoon americano. Protagonista, ovviamente, un simpatico maialino. Alla Piggly, però, non scherzano affatto, soprattutto quando si parla di sostenibilità e benessere animale. L’azienda di Pegognaga, allevamento da 18mila suini che fornisce la materia prima per il prosciutto San Daniele Dop, ha puntato fin dall’inizio su energie rinnovabili, economia circolare e salute degli animali.

Il  progetto è partito a cavallo tra il 2010 e il 2011,  quando è cominciata la costruzione dell’impianto partendo dalla riqualificazione di un sito esistente. Nel 2017 l’inaugurazione.

«Le strutture – racconta Sergio Visini, il titolare, socio di Confagricoltura – sono state realizzate in modo da sfruttare al massimo il suolo per produrre energia. Ma non solo. Il tetto, oltre a essere rivolto verso sud, è anche molto inclinato: questo  favorisce l’illuminazione e il ricambio dell’aria».

Così non c’è bisogno di luce artificiale o di impianti di ventilazione, che negli allevamenti tradizionali, soprattutto d’estate, funzionano giorno e notte. «Abbiamo innovato togliendo tecnologia» aggiunge Visini, fermo sostenitore della semplicità funzionale. Grazie a questi accorgimenti, i pannelli solari consentono di produrre più energia di quanta ne serva: la parte restante è immessa in rete. In azienda è in funzione anche un impianto per la produzione di biogas da 637 chilowatt, alimentato con il liquame e il letame prodotto in stalla con la paglia sulla quale sono allevati i piccoli fino a due o tre mesi di vita.

Altro materiale organico proviene dai cinque allevamenti bovini dei dintorni, in un raggio massimo di 8-10 chilometri. «Ritirando i reflui facciamo loro un servizio – prosegue l’imprenditore – e al contempo produciamo energia elettrica (grazie a un impatto di cogenerazione, ndr) che va in rete ed energia termica che viene usato per riscaldare le stalle e gli uffici». Anche il sottoprodotto di questa operazione, il digestato, è valorizzato: diventa un ottimo fertilizzante solido privo di odore che viene usato sui terreni del Piggly e su quelli delle aziende che conferiscono i reflui, per un totale di circa 400 ettari. «Noi abbiamo azzerato i concimi chimici – ammette Visini – e le rese sono migliorate».

Pionieri dell’economia circolare e anche dell’antibiotico-free: sono la prima azienda in Italia a non usare antibiotici per tutto il ciclo di vita dell’animale. Non li usano perché non servono: i suinetti arrivano dalla scrofaia che l’azienda conduce sulle colline di Grezzana, nel Veronese, un luogo isolato, a 700 metri di altezza, con un microclima ideale. E il comfort prosegue nella stalla di Pegognaga: spazi ampi, paglia per i più piccoli, aerazione e luce naturali. L’ambiente ringrazia e il mercato li premia: «Far parte della filiera senza antibiotici fa sì che i nostri suini siano venduti già prima del loro ingresso in allevamento».